lunedì 22 ottobre 2012

QUESTA E'.....


Questa è la vostra domenica;
quella delle partite,
pura,
a sviluppo sostenibile,
e con umori alterni!
Questa è la tua giornata;
non è la mia,
è la tua,
la tua... domani chissà.. di chi sarà!
Questa è la domenica delle partite,
per alcuni quella delle fiche,
per altri quella della solitudine!
E' un giorno di festa:
“distraiti… distraiti”, mi dicono,
me lo inculcano nella mente!
Questa è una domenica un po' come le altre,
un po' come tante,
dove sopravvivere è più difficile che vivere!

Questa è la domenica dei perché,
dei “si”… “forse”… “ma dai, andiamo dopo... sempre dopo”!
Questa è una giornata di festa, di vino e chiesa…
di vino e chiesa!
E' un fottuto nuovo giorno,
quando di nuovo proprio non ha niente!
Vecchie paure,
vecchie...e ripetute domande
che si ripetono continuamente nella mia testa…
nella mia penna!
Questa è la vostra domenica;
quella delle partite,
per alcuni quella delle fiche,
per altri quella della solitudine,
dove sopravvivere… fa a botte con il tuo vivere!

ILFOLLE

domenica 21 ottobre 2012

DUE ANGELI… SENZA LE ALI !




“Da quando tempo sei rimasto lì, in silenzio, ad ascoltarmi, mentre urlavo il dolore della tua mancanza”?!?!
-“Lo sai bene Vasco, io, quando mai rimango fermo!? Ero in movimento, sono sempre in movimento… ogni volta che prendi in mano un microfono”.

Non molto distanti dai due, una porta sbatté in modo veemente; il vento si fece sentire più forte, la tempesta era in arrivo. I due vecchi amici però, non sembravano
sentire nulla; persi, nei loro lontani, ma mai desueti ricordi.

“Ma perché ogni volta ritorni? Perché questo tuo ricordo è così vivo, perché ogni volta che vedo un palco, vedo te?!  Perché, perché ?
 
In quel preciso istante Massimo sorrise; era uno di quei sorrisi che lasciavano intendere  tutto!

- “Ma io non sono mica andato via”, disse Massimo con tono più deciso. “Io non sono mai andato via, son sempre rimasto su quel palco, non sono mai sceso giù; la mia vita, tu lo sai, non mi ha mai permesso di scendere da quel palco. Son sempre rimasto lì, son sempre il solito scalmanato, cosa credi; qui mica gli anni passano, rimani chi sei… chi eri”!

Vasco rimase improvvisamente attonito da quelle parole; spiazzato completamente. La sua proverbiale ironia lasciava spazio ad una magica sensazione, una di quelle sensazioni speciali che arrivano ogni volta che il reale incontra il surreale.

“Si, dai, però ora non fare il saggio, tu non lo sei mai stato! Mica puoi farmi emozionare così, io devo prima prenderti a schiaffi scherzosamente come facevo sempre; oggi non possiamo lasciare spazio solo ai ricordi! Massimo, ancora si può vivere… ancora si può… ancora si può essere angeli, come dicevi tu: senza le ali".

-“Vasco, Vasco… non cambierai mai tu! Hai fermato il tempo pur cambiando le tue visioni. E comunque non preoccuparti, non son diventato un saggio; qui combino un sacco di casini e con la mia chitarra disegno le nuvole… tu le vedi da laggiù, tu, le noti sempre prima degli altri”.

Vasco abbassò la testa, per la prima volta un brivido percorse la sua schiena. Non c’era più niente in quel momento: né realtà, né finzione, né finestre, né vento… solo infinito, terrificante infinito! Vasco era segnato nel volto; alzò gli occhi, ma poi con la testa si rivoltò nuovamente dall’altra parte, quasi come quello che stesse per dire, lo imbarazzava terribilmente e, si sa, quando ci s’imbarazza, è meglio non guardare l’interlocutore dritto negli occhi… le parole potrebbe rimanere in bocca!

“Vedi Massimo, quando la Vita ti toglie un fratello, non riesci più a capire perché si diverta a fare la bastarda con te, non comprendi più il perché di quel fottuto destino. Sai, avrei bisogno di te in questi giorni, ho bisogno di te in alcune notti per tacere la mia solitudine, avrei bisogno di quella tua beffarda voglia di vivere. Ti sembrerò scemo, non è da me, ma di colpo, rivedo tutte quelle benedette diavolerie! Vedi, ora”… In quel momento, Vasco, alzò finalmente gli occhi, finalmente aveva trovato il “coraggio” di guardare Massimo, dritto negli occhi. Davanti a Vasco però non c’era più nessuno! Massimo non c’era o forse, non c’era mai stato…
Così Vasco improvvisamente si alzò dalla poltrona, quasi come un pugile che si rialza dopo esser andato più volte giù al tappeto. I suoi occhi non lasciavano spazio al dolore. Con piccoli passi si recò verso la finestra; il vento si era calmato, la tempesta, ora, era lontana e il sole, colorava di speranze quella giornata particolare.

Vasco si voltò ancora una volta verso la stanza, ora “deserta”, ora vuota… Per un attimo ebbe la sensazione di risentire la voce di Massimo; guardò a destra e poi a sinistra e si! Massimo sembrava ancora vicino, Massimo era lì, Massimo era proprio lì o forse, non era mai andato via!!


ILFOLLE


domenica 14 ottobre 2012

IN OGNI PASSO DI QUESTA STORIA!




C'eri
quando i miei passi
erano incerti.
C'eri
quando i miei passi
erano più sicuri.
C'eri
quando la notte mi faceva più paura.
E c'eri
quando un giorno sembrava
"un'estasi di gioia".
C'eri
quando son caduto e tu
mi hai rialzato,
sorreggendomi sul tuo
corpo di cristallo.
C'eri quando un'ingiustizia mi stese,
ed eri qui, quando la mia solita fretta mi fotteva!!
C'eri
quando nessuno credeva in me,
quando mi son perduto... E tu,
con estrema forza,
mi hai indicato il cammino:
insegnandomi la giusta "via",
lasciandomi spazio per camminare.
C'eri
quando il mio ego mi "travolgeva".
E c'eri
quando una parola ti feriva.
C'eri
nella mia solitudine.
E c'eri
nella mia felicità
C'eri...
Ma è ancor più bello sapere che
ci sei...
Ora... Qui... Con me...
Che ci sei,
a darmi "conforto"
in questo presente incerto...
che, grazie a te,
si colora, ora,
di un azzurro di certezze...

ILFOLLE



 

mercoledì 10 ottobre 2012

LETTERA D'AMORE ALLA MIA CALABRIA!!!



Calabria perché piangi?!?! Perché ti volti dall’altra parte?!?
Sei caduta tante volte, sei stata fatta a pezzi da chi, di te, non ha avuto mai rispetto. Cosa fai Calabria, arrossisci, t’intimidisci? Sei bistrattata da tanti, non disperarti, molti non capiscono la tua bellezza, preferiscono esaltare il marcio per farti apparire ancora più terrificante agli occhi puri della gente, agli occhi puri di questa platea di giudicanti.

Cosa fai adesso Calabria mia, piangi? Ti disperi perché ti hanno sputato nuovamente in faccia? Ormai lo sai che sei stretta in una morsa, che per una speranza diffusa ci sono mille rassegnazioni che la uccidono! Il cuore piange, l’umore si appiattisce; non si capisce se fare resistenza sia un modo come un altro per allungare questa lunga agonia; ma non chinare la testa adesso, Calabria mia, guardami in faccia, io ti amo, come ti ama tanta gente, come ti amano tanti giovani che ogni giorno prendo il pullman in paesi sperduti e vanno all’ Università per un loro sogno e con quel sogno ti migliorano; come quell’ uomo che prende la macchina alle 6 di mattina per andare a lavorare su un’impalcatura di 70 metri; oppure come mio padre, che si alza prima ancora che il sole splenda, prima ancora che il buio si disperda nella luce.

Cara mia Calabria, non piangere, non farlo ancora una volta, non vergognarti, io ci sto male a vederti soffrire, perché si sa, si soffre terribilmente quando la persona che ami sta male, quando viene vilipesa da sporchi e porci uomini. Si, è vero, siamo rimasti in pochi a credere ancora in te, siamo rimasti in pochi a credere in un futuro diverso, ma forse, sai, è nel destino di chi spera soffrire per amore.

Calabria, donna mia, cuore del mio cuore, Terra della mia Terra, non piangere stasera, non farlo, non adesso; adesso, che c’è bisogno ancora una volta di alzarsi, adesso, che il fango ti arriva dritto in faccia, adesso, che alcuni dei tuoi figli ti hanno ancora una volta rinnegata; adesso, che ti senti sola, adesso, che il sole sembra nuovamente essere tramontato…


ILFOLLE… UNO DEI TUOI AMANTI!!




domenica 7 ottobre 2012

LA BUFALA E L'ARTISTA!!!



 

La bufala vien di notte con le leggende tutte gonfie ed un alone di mistero che copre tutto ciò che è vero.

C'era una volta un rocker tutto fare, per il quale in ogni periodo c'era una menzogna da affrontare; prima a sfondo razzista, poi maschilista, poi a sfondo leghista... anti-meridionalista, fino ad arrivare ad accuse ed etichette di vario genere.
C'era una volta un artista, per il quale ogni leggenda non era più una sorpresa, per il quale in ogni periodo rideva, di tutte quelle chiacchiere da corridoio! Così un giorno decise di tacere o meglio, di sorvolare su ciò che sembrava vero agli occhi degli avvoltoi. Andò in esilio e in pochi giorni si diffusero varie "storielle" sulla sua salute! Si diceva che era finito,altri lo davano per morto..."tramontato"! I giorni passarono, ma l'artista era sparito... la Tv inventò "referti", c'era anche qualcuno che giurava di averlo visto per strada a "predicare"; le radio erano intasate di messaggi disperati, i giornali a prender spunto da quella situazione, per vendere
qualche copia di "disinformazione".

C'era una volta un artista, che dopo tutto quel gran casino arrivò dalla corriera, scese d'improvviso e intraprese il suo cammino. La gente davanti casa rimase folgorata dalla sua presenza. L'artista si aprì un varco mentre un giornalista pronunciò qualcosa: "Ma allora, dove sei finito?". L'artista camminò ancora e, senza voltarsi rispose seccamente:"Ero in pizzeria a mangiare una "bufala", quella che riempie la bocca agli avvoltoi,quella che si crea dalle mani dei burattini, quella che distruggo ogni volta con la musica... la mia,l'unica "LEGGENDA" capace di resistere
al tempo"!!

C'era una volta un artista, che decise di vivere solo per il suo popolo, mentre altri volevano vendere la sua anima al diavolo perchè stufi di quel "primato", ma l'artista non cedeva, infatti, fece subito un patto con le sue emozioni, che lo lasciarono vivere in eterno nei cuori della gente, dimenticando così, le chiacchiere del popolino...
Chiacchiere che provenivano da quell'immenso "corridoio", di menzogne metropolitane!


ILFOLLE